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Morto a 60 anni il sindaco di Rozzano, Gianni Ferretti: una figura simbolo della periferia milanese
A soli 60 anni, Gianni Ferretti, sindaco di Rozzano per oltre un decennio, è morto, lasciando un vuoto profondo nella sua città e nella politica locale. La sua morte, avvenuta dopo una lunga malattia, segna la fine di un’epoca per il comune milanese e per la periferia milanese in generale, che ha visto in Ferretti un punto di riferimento, un uomo che ha lottato per la sua comunità, per difenderla da pregiudizi e stereotipi e per migliorarla sotto ogni punto di vista. La sua scomparsa ha suscitato una grande commozione tra i cittadini di Rozzano e in tutta la politica lombarda.
Gianni Ferretti è stato un sindaco che ha dedicato la sua vita alla città che amava, un uomo che, con pragmatismo e passione, ha cercato di superare le difficoltà e i preconcetti legati alla periferia milanese. La sua morte, all’età di 60 anni, è un lutto che non solo colpisce i suoi familiari e amici, ma che rappresenta anche la fine di un ciclo politico per Rozzano, una città che sotto la sua guida è cambiata e ha cercato di dare una nuova immagine di sé, lontana dagli stereotipi di degrado e emarginazione.
Morto La carriera politica di Gianni Ferretti
Nato e cresciuto a Rozzano, Gianni Ferretti ha sempre avuto un legame profondo con la sua città, che ha contribuito a migliorare e valorizzare durante il suo lungo mandato. Prima di diventare sindaco nel 2009, Ferretti aveva ricoperto altri ruoli politici all’interno del consiglio comunale. La sua carriera è stata caratterizzata da un costante impegno per la comunità e dal desiderio di migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini.
Sotto la sua guida, Rozzano ha intrapreso un percorso di riscatto e rinnovamento, sia sul piano urbanistico che sociale. L’amministrazione di Ferretti ha puntato sulla riqualificazione delle aree più degradate, migliorando le infrastrutture, potenziando i servizi sociali, investendo nell’educazione e promuovendo la cultura. La sicurezza e l’integrazione sono stati anche tra i temi centrali del suo operato, con progetti finalizzati a favorire l’inclusione di cittadini di diverse origini e a combattere la marginalizzazione.
Ferretti ha sempre voluto costruire una Rozzano diversa da quella che spesso veniva dipinta dai media: non una città di periferia con problemi irrisolvibili, ma una comunità che stava cercando di superare le difficoltà. La sua amministrazione si è concentrata sul miglioramento della qualità della vita dei residenti, facendo sentire la città più viva e attiva, in controtendenza rispetto alle visioni negative che troppo spesso venivano associate a Rozzano. Ferretti ha cercato di risollevare il nome di Rozzano, mostrando che le periferie possono essere luoghi di opportunità, innovazione e convivenza pacifica, se supportate da politiche adeguate.
Morto La difesa della città da Fedez
Una delle battaglie più simboliche di Gianni Ferretti, che ne ha consacrato la figura di difensore e orgoglioso rappresentante della sua città, è avvenuta nel 2021, quando il rapper Fedez fece delle affermazioni pesanti su Rozzano. Durante una diretta Instagram, il cantante definì la città un “ghetto”, un termine che ha suscitato immediatamente l’indignazione dei residenti e delle istituzioni locali. In quel momento, Ferretti non esitò a rispondere, schierandosi in difesa della sua comunità e ribadendo con forza che Rozzano non è un ghetto.
Il sindaco, visibilmente contrariato, rispose in modo deciso, spiegando che Rozzano è una città di persone oneste e lavoratrici, non certo un luogo da etichettare con un termine negativo e stereotipato. «Qui non si vive nel degrado, qui c’è una comunità che sta cercando di migliorarsi giorno dopo giorno», dichiarò Ferretti. Le sue parole risuonarono come un manifesto di orgoglio per la città e per i suoi abitanti, che in quel momento sentirono di avere una voce istituzionale che li difendeva, una voce forte e chiara contro chi tendeva a ridurre la realtà a facili luoghi comuni.
La difesa di Ferretti non fu solo una reazione a un insulto personale o istituzionale, ma una dichiarazione di principio: un invito a non giudicare un’intera comunità sulla base di pregiudizi. Quella battaglia contro Fedez non solo lo consacrò come un difensore della sua città, ma gli valse anche una nuova visibilità, quella di un sindaco che non si limitava a governare, ma che era pronto a scendere in campo anche per ribadire l’identità e il valore di Rozzano.
Morto Un sindaco della periferia
Gianni Ferretti era un uomo che incarnava il desiderio di riscatto e di affermazione delle periferie, non solo di Rozzano ma anche di tutte le aree meno centrali delle grandi città italiane. La sua visione politica era quella di un’Italia inclusiva, in cui nessuna comunità, nessun quartiere, nessuna periferia dovesse essere lasciata indietro o stigmatizzata. Ferretti ha sempre creduto nel valore delle persone che vivono nelle aree periferiche, nella loro capacità di crescere e di costruire una società migliore, a patto che venissero offerte loro le giuste opportunità e i giusti strumenti.
Nel corso degli anni, Ferretti ha lavorato incessantemente per contrastare l’emarginazione sociale e per creare spazi di inclusione e di solidarietà. Ha promosso progetti per i giovani, ha sostenuto iniziative di sviluppo culturale e ha dato grande valore all’educazione e alla formazione. La sua politica era sempre orientata alla creazione di una comunità coesa, che non solo superasse le difficoltà economiche, ma che potesse anche valorizzare il patrimonio culturale, sociale ed umano della periferia.
Ferretti, inoltre, ha avuto un ruolo fondamentale nell’integrazione delle diverse etnie che compongono la popolazione di Rozzano. La sua amministrazione ha cercato di combattere le discriminazioni e di promuovere una società multietnica e accogliente. La città di Rozzano, infatti, è caratterizzata da una grande diversità culturale, e Ferretti ha sempre sostenuto che la ricchezza di Rozzano risiedesse proprio nella sua capacità di accogliere e di integrare le varie culture, facendo di questa diversità una risorsa anziché un problema.
Il ricordo dei concittadini
La morte di Gianni Ferretti ha suscitato una grande commozione tra i cittadini di Rozzano. Il sindaco, che aveva passato la vita a costruire una città migliore e più giusta, lascia un’eredità politica e umana importante. I concittadini ricordano Ferretti come un uomo che non solo amava la sua città, ma che l’ha veramente cambiata, passo dopo passo, con il suo impegno costante.
Molti hanno parlato di Ferretti come di un uomo che ha saputo ascoltare i bisogni della gente e rispondere con soluzioni concrete, che ha sempre anteposto l’interesse della comunità a quello personale. La sua morte è una grande perdita per Rozzano, ma il suo esempio resterà vivo nel ricordo di chi lo ha apprezzato per la sua dedizione, la sua passione e il suo spirito di servizio.
Ferretti lascia anche una città che, pur nelle difficoltà, ha imparato a guardarsi con occhi diversi. La sua morte rappresenta il distacco da un’era politica che ha visto in lui il simbolo di una Rozzano che non si è mai arresa, ma che ha continuato a combattere per essere riconosciuta come una comunità forte, dignitosa e in grado di guardare al futuro con speranza.
La fine di un’epoca
Gianni Ferretti non era solo il sindaco di Rozzano, ma anche una figura simbolo di un’Italia che vuole superare i pregiudizi e le divisioni, un’Italia che crede che ogni comunità, anche la più lontana dai riflettori, abbia il diritto di essere rispettata e valorizzata. La sua morte segna la fine di un’epoca per Rozzano, ma anche l’inizio di una riflessione più ampia su come le periferie italiane vengano percepite e trattate.
L’eredità di Ferretti continuerà a vivere nei progetti che ha lasciato in sospeso e nel ricordo di chi, in lui, ha visto non solo un politico ma un uomo che ha sempre messo al primo posto il bene della sua città e dei suoi cittadini. La sua morte è un addio a un uomo che ha dato tanto, ma