
Erri De Luca a Torino per il libro «L’età sperimentale»: «Questo momento storico? In Italia poco interessante. Nel mondo un gran gioco d’azzardo»
Erri De Luca è uno degli autori italiani più apprezzati a livello internazionale, noto per la sua scrittura intensa e la sua capacità di esplorare la condizione umana in tutte le sue sfumature. Il suo ultimo libro, L’età sperimentale, uscito di recente, ha suscitato una forte attenzione sia da parte dei lettori che della critica. L’autore, che ha attraversato e vissuto momenti storici significativi, come l’attivismo politico e l’impegno civile, torna con una riflessione profonda sulla vita e sul tempo che stiamo vivendo.
La presentazione del libro a Torino ha dato l’occasione per un incontro con il pubblico e per una conversazione sulla realtà attuale, sull’Italia e sul mondo, temi che De Luca ha affrontato con la sua consueta lucidità e capacità di analisi. Le parole dell’autore, sempre pungenti e provocatorie, ci offrono uno spunto per riflettere sul presente, sulla nostra visione del mondo e sulle sfide che dobbiamo affrontare.
Un’analisi del momento storico: Italia e il mondo a confronto
Erri De Luca non ha risparmiato critiche nei confronti del contesto storico attuale, in particolare riguardo all’Italia. Per l’autore, il nostro paese non sembra vivere un momento di particolare interesse o slancio. A Torino, durante la presentazione del suo libro, ha dichiarato con fermezza: “Questo momento storico in Italia è poco interessante. Non ci sono grandi sconvolgimenti o fermenti. È un periodo di quiete apparente, dove la politica sembra bloccata in una sorta di paralisi. Non vedo un vero movimento di cambiamento o di sviluppo”.
Le sue parole dipingono un’Italia dove il dinamismo sembra soffocato da una sorta di stasi, dove le sfide storiche non riescono a trovare un terreno fertile per prosperare. De Luca non si è limitato a una critica generica, ma ha parlato di una nazione che fatica a evolversi, a cogliere le opportunità del cambiamento e a reinventarsi di fronte alle sfide globali.
L’autore non si è fermato solo a questa analisi, ma ha esteso il suo sguardo al contesto globale. Secondo De Luca, il mondo sta attraversando un periodo di grande incertezza, ma anche di grandi possibilità e di rischi calcolati. “Nel mondo, oggi assistiamo a un grande gioco d’azzardo”, ha spiegato l’autore. “Un gioco che coinvolge potenze globali, mercati economici, e movimenti sociali. Si tratta di un equilibrio precario, dove la politica internazionale è mossa più dalla necessità di sopravvivenza che da una visione di progresso”. De Luca ha usato l’immagine del gioco d’azzardo per descrivere l’epoca in cui viviamo: una lotta di potere in cui ogni scelta rischia di comportare gravi conseguenze, un rischio che potrebbe determinare il futuro del nostro pianeta.
La sua visione è che, a livello mondiale, ci sia una continua ricerca di vantaggi e preminenze, senza una reale progettualità per il bene comune. De Luca non nasconde una certa preoccupazione per l’approccio miope con cui le potenze globali affrontano le questioni più gravi, come il cambiamento climatico, le disuguaglianze economiche, e le guerre per il controllo delle risorse. “Il mondo sembra essere governato da una logica da casinò, dove i risultati sono incerti e le probabilità sono manipolate dai grandi attori. È un gioco ad alto rischio che può dar luogo a esiti catastrofici”, ha commentato, guardando con una certa inquietudine al futuro prossimo.
L’età sperimentale: tra vita e scrittura
L’idea centrale di L’età sperimentale ruota attorno a un’esplorazione del tempo e della memoria, temi cari a De Luca da sempre. Il romanzo, che si muove tra il passato e il presente, mette in scena la storia di un uomo che si confronta con le esperienze di una vita ormai alle spalle, mentre si trova a fare i conti con le sfide del tempo che passa. La narrazione si sviluppa in un contesto di grande introspezione e riflessione, portando il lettore a interrogarsi sul valore della memoria e sull’esperienza.
“Nel mio libro parlo di un’età in cui il tempo diventa una dimensione sperimentale. Quando si è giovani, si vive come se il tempo fosse infinito, come se non dovessimo mai fare i conti con la sua fine. Ma quando si invecchia, il tempo diventa un esperimento, una dimensione che si misura con il corpo e con l’anima”, ha spiegato De Luca durante la presentazione. La sua scrittura è una continua ricerca di significato, una meditazione sul senso della vita e sul destino dell’essere umano.
L’età sperimentale non è solo un concetto fisico legato al passare degli anni, ma anche un’esperienza di vita che implica un rapporto critico con la propria identità e con il mondo che ci circonda. “Ci troviamo in un’età sperimentale, dove ogni scelta sembra una piccola rivoluzione, un tentativo di superare il passato e di affrontare il futuro con una certa dose di rischio. Non è più tempo di certezze, ma di prove, di esperimenti con noi stessi”, ha aggiunto De Luca.
Il romanzo non è solo un esercizio letterario, ma una riflessione profonda sulla condizione umana, sul ruolo dell’individuo in una società che cambia velocemente e sulle difficoltà che tutti noi affrontiamo nel cercare di trovare un senso in un mondo che sembra muoversi troppo in fretta.
Il rapporto tra politica e scrittura
Nel corso dell’incontro a Torino, De Luca ha avuto anche modo di parlare del suo rapporto con la politica e con l’impegno civile. L’autore, noto per le sue posizioni di sinistra e per il suo impegno a favore dei diritti umani, ha sottolineato che la scrittura, per lui, non è mai stata una mera espressione artistica, ma un modo per interrogarsi sulle ingiustizie del mondo. “Scrivere per me è sempre stato un atto politico. Ogni parola ha un peso, ogni racconto può cambiare qualcosa. Non si può vivere nel mondo senza prendere posizione. La letteratura non è solo intrattenimento, ma una forma di consapevolezza”, ha affermato De Luca, ricordando come la sua carriera sia stata segnata da un continuo impegno per un mondo più giusto.
Tuttavia, nonostante il suo impegno politico, De Luca ha anche esaminato criticamente l’attuale situazione italiana. “Oggi la politica sembra priva di ideali, dominata da un pragmatismo che non guarda al bene comune. Ci troviamo in una fase in cui la politica non è più in grado di rispondere alle esigenze della società, e questo è un grande problema”, ha aggiunto. Secondo lui, la politica in Italia sta vivendo un momento di grande confusione, dove la mancanza di visioni a lungo termine e l’egemonia delle forze economiche stanno indebolendo la capacità del paese di affrontare le sfide future.
Conclusioni: Una riflessione sul futuro
Erri De Luca, con il suo stile incisivo e diretto, ha offerto durante l’incontro di Torino uno spunto di riflessione sulla condizione attuale dell’Italia e del mondo. Le sue parole sono un invito a guardare con maggiore attenzione al presente, a comprendere i cambiamenti storici che stiamo vivendo e a non rimanere passivi di fronte ai grandi rischi che la nostra epoca comporta.
L’autore, con la sua sensibilità e la sua lucidità, ha fatto una disamina critica del nostro tempo, mettendo in evidenza sia le difficoltà sia le opportunità che abbiamo davanti. In un mondo dominato dal gioco d’azzardo delle potenze globali, la sua riflessione ci spinge a interrogarsi su quale ruolo possiamo giocare noi, singoli individui, nel cambiamento di questa realtà. Un cambiamento che, forse, deve partire prima di tutto da una presa di coscienza collettiva e da una visione più ampia del futuro che vogliamo costruire.
In questo 1° dicembre 2024, le parole di De Luca sono un invito ad affrontare il futuro con maggiore consapevolezza, riflettendo su chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.