
La guerra civile siriana ha visto un’escalation di conflitti, alleanze e rivalità che hanno coinvolto attori locali, regionali e internazionali, e la città di Aleppo è stata uno degli epicentri di questi scontri. Negli ultimi anni, le dinamiche di potere nella regione sono state fortemente influenzate dalla presenza di gruppi ribelli jihadisti che hanno cercato di conquistare e mantenere il controllo su aree strategiche come Aleppo. Il coinvolgimento di queste forze, la reazione delle potenze internazionali, e le preoccupazioni del governo di Bashar al-Assad sono diventati temi cruciali che continuano a caratterizzare la guerra in Siria. Recentemente, l’entrata dei gruppi jihadisti ad Aleppo ha suscitato forti reazioni, con Mosca che ha mostrato una grande preoccupazione per la situazione e con il regime di Damasco che ha denunciato la violazione della sovranità siriana.
I Gruppi Jihadisti e la Loro Influenza ad Aleppo
Aleppo è una delle città più importanti della Siria, tanto per la sua storia millenaria quanto per la sua posizione strategica nel conflitto. Durante la guerra civile, la città è stata teatro di una delle battaglie più devastanti del conflitto, divisa tra le forze del governo e i gruppi di ribelli. All’interno di questi gruppi, alcuni si sono distinti per la loro ideologia jihadista, tra cui Hayat Tahrir al-Sham (HTS), il principale gruppo jihadista legato ad Al-Qaeda, e altri gruppi minori che si sono alleati con le forze turche nella parte nord-occidentale della Siria.
Questi gruppi jihadisti, sebbene fossero inizialmente marginali nel panorama delle forze ribelli, hanno guadagnato terreno nel corso degli anni grazie anche al sostegno di potenze esterne, come la Turchia, che ha utilizzato alcuni di questi gruppi come strumenti nella sua politica regionale. Il loro obiettivo principale è quello di instaurare uno stato islamico basato sulla sharia e combattere non solo contro il regime di Bashar al-Assad, ma anche contro qualsiasi forma di governo laico e contro la presenza di minoranze come i curdi e i cristiani.
L’ingresso dei jihadisti ad Aleppo ha segnato un significativo passo in avanti per questi gruppi. La città, che era stata per anni sotto il controllo delle forze di Assad con l’aiuto della Russia, è diventata un punto di interesse strategico per gli oppositori del regime. Con il sostegno turco, questi gruppi sono riusciti a penetrare in alcune aree periferiche e a guadagnare terreno, destabilizzando ulteriormente una città già pesantemente danneggiata dalla guerra.
La Reazione di Mosca: L’Ira e la Preoccupazione
La reazione della Russia, alleata principale di Bashar al-Assad, è stata fortemente negativa. Mosca ha sempre visto la Siria come un alleato fondamentale nella sua strategia di proiezione di potenza nel Mediterraneo e nel Medio Oriente, e qualsiasi destabilizzazione della situazione in Siria rappresenta una minaccia per i suoi interessi geopolitici. La presenza di gruppi jihadisti ad Aleppo è vista da Mosca come una violazione della sovranità siriana, ma anche come un potenziale punto di frizione con gli alleati regionali di Assad, in particolare la Turchia.
La Russia ha reagito con forza, inviando avvertimenti sia ai gruppi jihadisti che ai paesi coinvolti nel conflitto siriano. Mosca ha sottolineato come i gruppi legati a Hayat Tahrir al-Sham rappresentino una minaccia non solo per la stabilità siriana, ma anche per la sicurezza dell’intera regione. In passato, la Russia ha svolto un ruolo decisivo nella riconquista di Aleppo da parte del governo di Assad, e qualsiasi tentativo di minare i progressi ottenuti sembrava essere una sfida diretta al suo intervento in Siria.
La reazione di Mosca non si è limitata a semplici dichiarazioni di condanna. Infatti, la Russia ha intensificato i suoi bombardamenti aerei sulle zone occupate dai gruppi jihadisti, aumentando la pressione militare sul terreno. Le forze russe, insieme a quelle siriane, hanno condotto una serie di attacchi aerei, mirando in particolare a eliminare le posizioni di HTS e altri gruppi legati ad Al-Qaeda. Questo tipo di offensiva ha alimentato ulteriormente le preoccupazioni per un’escalation del conflitto, che rischia di coinvolgere direttamente le potenze regionali.
La Preoccupazione di Damasco: Una Violazione della Sovranità
Il regime di Bashar al-Assad ha reagito con altrettanta preoccupazione, definendo l’ingresso dei gruppi jihadisti ad Aleppo come una vera e propria violazione della sovranità siriana. Per Assad, che ha passato anni cercando di riconquistare il controllo del paese, qualsiasi nuovo tentativo di destabilizzare le sue posizioni è intollerabile. La sua amministrazione ha sempre considerato i gruppi ribelli e jihadisti come una minaccia non solo per la sua sicurezza, ma anche per la stabilità dell’intero paese.
Inoltre, la presenza di gruppi jihadisti a Aleppo alimenta anche i timori per la possibile perdita di supporto da parte della popolazione civile. La città, sebbene pesantemente danneggiata dalla guerra, è abitata da una popolazione che, in gran parte, si è opposta al regime di Assad. La violenza dei jihadisti potrebbe quindi aumentare il malcontento tra i civili, portando a una maggiore diserzione e al rafforzamento delle forze antigovernative.
Da parte sua, il governo siriano ha accusato la Turchia di appoggiare questi gruppi jihadisti, mirando a destabilizzare ulteriormente il paese per proseguire la sua politica di controllo nelle zone settentrionali della Siria. La Turchia, che ha schierato le sue forze militari in Siria, ha appoggiato alcuni gruppi ribelli che hanno contribuito alla lotta contro Assad, ma allo stesso tempo è stata accusata di mantenere legami con gruppi jihadisti, inclusi quelli attivi a Aleppo.
Gli Sviluppi Regionali e Internazionali
La vicenda di Aleppo si inserisce in un contesto geopolitico molto più ampio, dove le forze internazionali giocano un ruolo fondamentale. La Turchia è un attore chiave, e la sua politica in Siria è stata a lungo una fonte di tensione con la Russia e con il regime di Assad. Ankara ha visto l’opposizione al regime di Assad come una priorità, ma ha anche dovuto fare i conti con la crescente presenza dei curdi in alcune aree della Siria, ritenuti da Ankara una minaccia diretta alla sicurezza nazionale.
La Russia e l’Iran, al contrario, sono i principali sostenitori del regime di Assad e hanno investito molto nel sostegno militare e politico a Damasco. La Russia, in particolare, ha ottenuto concessioni strategiche significative in Siria, inclusi l’accesso alle basi navali e aeree e una maggiore influenza sul futuro assetto politico del paese. La presenza dei gruppi jihadisti a Aleppo minaccia non solo la sovranità siriana, ma anche gli interessi strategici russi nella regione.
Le Prospettive Future
La situazione ad Aleppo resta instabile e complessa. L’ingresso dei gruppi jihadisti ha suscitato una reazione forte da parte delle potenze coinvolte, con la Russia e il regime di Assad che considerano questa mossa come una violazione diretta della sovranità siriana. La guerra in Siria non è ancora finita, e Aleppo rimane un obiettivo strategico per le forze che lottano per il controllo del paese.
Con l’intervento militare di attori esterni e la crescente militarizzazione della regione, non è facile prevedere una rapida risoluzione del conflitto. La Siria continua a essere un campo di battaglia per i conflitti regionali e internazionali, con il popolo siriano che, ancora una volta, paga il prezzo di questa guerra interminabile. La comunità internazionale dovrà affrontare la sfida di trovare una soluzione duratura, ma al momento sembra che la pace sia ancora lontana.